Intervista di Ruggero Chinaglia a Joseph Berke
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Giugno 2006. Intervista di Ruggero Chinaglia a Joseph Berke, psichiatra inglese, al Festival della modernità, Villa San Carlo Borromeo, Milano Senago. Joseph Berke è psicoterapeuta di formazione anti-psichiatrica. Nel 1970, fonda con Morton Schatzman l’Arbours Housing Association e, nel 1973, l’Arbours Crisis Centre.
JOSEPH BERKE
Intervista di Ruggero Chinaglia a Joseph Berke
Ruggero Chinaglia Lei è noto in Italia e in Europa sin dagli anni sessanta del novecento per essere uno dei fondatori del Movimento antipsichiatrico, noto come “antipsichiatria”, cioè per aver tentato di umanizzare la psichiatria e di considerare il disagio e la cura psichiatrica in termini non punitivi e non segregativi.
Che ne è oggi dell’antipsichiatria?
Joseph Berke Penso che l’antipsichiatria non esista più, oggi. Negli anni sessanta in Inghilterra il movimento antipsichiatrico si opponeva al tradizionale metodo psico-biologico. In Italia, invece, questo movimento entrò a far parte del movimento maoista, diventando molto politico.
Non conosco la situazione attuale in Italia, ma in Inghilterra alcuni aspetti del discorso antipsichiatrico non sono mai stati accettati. In genere la psichiatria continua ad essere molto vicina alla psico-biologia e alle neuroscienze; certamente non vengono più praticate la chirurgia psichica o la lobotomia ma queste sono state sostituite con l’avvelenamento. Somministrare psicofarmaci, infatti, equivale ad avvelenare, ammalare. Molti fenomeni schizofrenici, chiamati in inglese iatrogenic illness, cioè patologie causate dal trattamento medico, testimoniano come l’uso improprio di farmaci possa creare nuove malattie. La procedura prevede infatti di rinchiudere il cosiddetto malato mentale in ospedale e somministrargli un particolare psicofarmaco per un ben determinato periodo di tempo, in seguito a questa cura può avvenire che il paziente cominci a mostrare sintomi di schizofrenia.
Le persone soffrono e di fronte a questo disagio bisogna agire, soffrire non equivale ad essere ammalati. In inglese malattia si dice anche disease, cioè dis – agio, mancanza di agio. La depressione è prodotta dalle circostanze, dalla moralizzazione, dalla perdita dei valori e dalla perdita della famiglia, dall’inabilità di capire le nuove tecnologie, dall’incontro con la società.
Ruggero Chinaglia Lei di cosa si occupa?
Joseph Berke Ho un’organizzazione che si chiama Arbors, come un albero che dona protezione. Nella Bibbia si dice che, dopo aver lasciato l’Egitto, gli ebrei nel deserto trovarono soccorso in rifugi trovati lungo cammino. Come metafora di un albero, le persone emotivamente disorientate, da noi possono trovare aiuto. Abbiamo sede a Londra nell’ Arbors Crisis Center, una grande casa in cui vivono tre terapisti che accolgono le persone come ospiti, non come pazienti. Molti vengono da noi dopo essere stati degenti in ospedale in cui hanno assunto l’identità del malato mentale, noi invece li accogliamo con ospitalità e non li consideriamo malati. Rimangono per un periodo di tempo che va da alcuni giorni ad alcuni anni. La magia sta nelle relazioni personali.
Alcune persone arrivano da noi assumendo psicofarmaci e noi lavoriamo per ridurli o eliminarli. Ho anche creato un’alternativa: succo d’arancia! Per dormire la notte, invece, offro quello che chiamiamo Jo Burke’s special, cioè latte caldo con miele, cannella e due dita abbondanti di buon cognac. Deve essere fatto con molta cura ed essere mostrato in una bottiglia in modo che sembri qualcosa di molto speciale.
Ruggero Chinaglia Quindi lei non usa psicofarmaci.
Joseph Berke Qualche volta, per aiutarci quando non riusciamo a gestire un paziente eccessivamente agitato, usiamo leggeri tranquillanti per periodi limitati. Dipende dalla nostra capacità di contenere la violenza emotiva che proiettano verso di noi. Io sono particolarmente bravo in questo, ma non tutti hanno questo potere di fronte al disagio. In alcuni momenti sono molto sensibile con le persone, a volte invece non mi faccio coinvolgere emotivamente, entrambi i comportamenti sono fondamentali.
Ruggero Chinaglia Cosa pensa dell’uso sempre più dilagante degli psicofarmaci nella psichiatria a livello internazionale?
Joseph Berke Penso che sia molto pericoloso. L’uso di psicofarmaci dovrebbe essere abolito. Distrugge le persone quasi peggio dell’eroina. Con l’eroina almeno puoi vivere bene, non per molto tempo, anche se sei impotente, con difficoltà a mantenerti in equilibrio ma oltre questo…
La gente ha paura di coloro che vengono chiamati malati mentali, ha paura dell’agitazione, del disagio e delle emozioni estreme. Si teme che vengano alla luce fatti nascosti della propria famiglia, cose che non si vogliono ascoltare. Per queste e altre ragioni si preferisce rinchiudere chi è socialmente scomodo. Un buon esempio è la famiglia Kennedy. Il presidente degli Stati Uniti aveva una sorella che si comportava in modo particolare e per paura delle ripercussioni negative sulla famiglia, si decise di lobotomizzarla, anziché ascoltarla.
Ruggero Chinaglia Quale potrebbe essere un eventuale contributo della psichiatria alla modernità?
Joseph Berke Vorrei parlare di malvagità e modernità. La modernità ha aperto nuove possibilità, ha iniziato un progresso, ha conseguito successi tecnologici, tutto questo grazie al progresso nelle relazioni umane. L’era della modernità cominciò intorno al 1875 e diede inizio ad un secolo di enorme violenza tra gli uomini, segnato dalla prima e dalla seconda guerra mondiale. Nel mio lavoro sto cercando di spiegare la malvagità, di trovare le sue strutture inconsce, di trovare la natura della cattiveria. Stiamo cercando di applicare la psicoanalisi alla mondo macro sociale, utilizziamo le conoscenze della psiche dei neonati e degli adulti per spiegare la sfera relazionale. In che modo gli impulsi cattivi e distruttivi che cominciano nei bambini, arrivano a manifestarsi nei fatti macro sociali come l’attacco alle Torri Gemelle?
Ruggero Chinaglia Pensa che la psicanalisi debba essere abolita o trasformata?
Joseph Berke Sarebbe meglio se fossimo tutti sciamani. Nel percorso formativo gli psicoanalisti dovrebbero provare l’lsd, fumare molta marijuana e andare nel profondo Brasile a sniffare la virola con i nativi. Ma soprattutto, mettendo da parte gli scherzi, non dovrebbe essere permesso ad alcun psichiatra di prescrivere farmaci senza averlo prima provato. Anche gli psicanalisti sono matti e cercano di curare se stessi credendo di occuparsi di un paziente. La differenza con i miei colleghi è che io so di essere pazzo e sto cercando di curarmi. Altri invece proiettano le loro paure nei pazienti e pretendono di controllarli.
Gli psichiatri stessi hanno bisogno di eludere il disagio ma, mentre ai loro pazienti somministrano antidepressivi o tranquillanti, che rendono passivo colui che li prende, la droga da loro più comunemente usata è il whisky.
Ruggero Chinaglia Ha avuto qualche risultato interessante nel centro che dirige?
Joseph Berke Abbiamo avuto molti pazienti ospitati per lunghi periodi. Molte persone che si sono rivolte a noi erano state diagnosticate come schizofreniche. Abbiamo avuto importanti risultati soprattutto con ragazze che si tagliavano o si bruciavano, provocandosi gravi lesioni sul corpo.
Un caso è stato quello di una ragazza che si infliggeva tagli al petto o alla vagina. È vissuta con noi alcuni anni. Qualche tempo dopo la sua guarigione l’ho rincontrata e lei sorridente mi ha chiesto di poter diventare un’operatrice nel nostro centro. Ho approvato subito, molti importanti psicanalisti da giovani sono stati diagnosticati malati mentali schizofrenici. Le ho spiegato che avrebbe dovuto lavorare molto duramente per diventare psicanalista ma lei era sicura che sarebbe diventata molto brava nei casi di autolesionismo.
Ruggero Chinaglia Ritiene che abbia ancora una validità lo schema diagnostico psicopatologico classico?
Joseph Berke Questo approccio si dimentica di un aspetto molto importante: il contesto. Nel contesto si trova la chiave di approccio al disagio. Lo stesso con la schizofrenia. Spesso poi lo stress psicologico è direttamente dovuto al contesto e quindi succede che una persona che agisce pericolosamente fuori dalla nostra casa, quando è con noi appare normale e tranquillo. Il contesto fa la differenza!
Ruggero Chinaglia Pensa che la terapia sia da pensare a breve termine, a lungo termine o senza fine?
Joseph Berke La terapia senza fine è sicuramente un ottimo business!
Non mi piace la parola terapia. Si parla di moltissimi tipi di terapia, danza-terapia, arte-terapia, musico-terapia. Preferisco la danza, il movimento, le conversazioni, l’arte, preferisco vivere, estendere le mie relazioni sociali, questo è di per sé una terapia, ma questa parola è troppo strumentalizzata.